Caldo è caldo.
Ma alla fine riesco ad affrontarlo bene che mi sono vestita nella maniera giusta e ho sandali comodi per macinare chilometri su sampietrini, asfalto e ciottoli millenari.
Che il problema alla fine non è tanto il caldo ma gli sbalzi di pressione.
La mattina inizia bene… percorro strade ombrose e vie abbastanza fresche, mi fermo ad ammirare il cielo e quello che vedo, osservo le persone, tante, tante quante da un paio d’anni a questa parte non avevo visto tutte insieme
Questa mini gita a Roma l’ho programmata almeno quindici giorni fa, quando ad un certo punto mi sono resa conto che avevo bisogno di un break anche minimo
I biglietti del treno a metà prezzo hanno fatto il resto.
Ho in testa un mini tour dei punti caldi da visitare, il tutto spostandomi a piedi e senza tener conto dei musei che probabilmente saranno la meta del prossimo tour.
Andarsene in giro da soli ha sempre un gran vantaggio: quello di potersi concentrare sui particolari
E così noto le dinamiche dei turisti, vedo come sono assortiti i gruppi che incontro, di come osservano quello che indicano le guide.
Spesso mi chiedo che effetto faccia Roma a chi ci arriva la prima volta, io ormai saranno vent’anni che ci vengo regolarmente e posso dire di essere passata più volte per strade chiese e monumenti.
Ogni volta è una meraviglia, il contrasto di colori, di geometrie, i giochi di luce che fa il sole su marmi bianchi e pietre di ogni tipo.
E i profumi dei ristoranti, dei gelsomini, dei tigli.
Tengo botta bene e si fa ora di pranzo: trovo un ristorante nei pressi di Piazza Navona, tavoli all’aperto e ombrelloni all’ombra, in quel momento, che la via è stretta e si sta bene.
Tutto scorre velocemente e piacevolmente e mi concedo un caffè, cosa rara per me, per darmi magari una sferzata ed arrivare a metà pomeriggio quando dovrò prendere il treno e tornare a casa.
Riparto per dirigermi verso Via del Corso… attraverso una piazza Navona assolata come solo può essere alle tredici e tre quarti, imbocco la stradina ombrosa tra il Senato e la chiesa di San Luigi dei Francesi e mi arriva una ventata fresca, molto fresca.
Forse troppo.
E’ come se qualcuno mi spingesse violentemente con entrambe le mani sul petto.
Inizio a vedere stelline luminose e sudo copiosamente anche se è molto fresco.
Mi siedo sul muretto della chiesa.
Chiudo gli occhi e respiro a fondo: ho già vissuto esperienze del genere, maledetta pressione ballerina.
E’ come se le vene si svuotassero all’improvviso, la testa si fa leggera e gli arti pesantissimi.
Appoggio lo zainetto al muretto che non riesco a tenerlo.
Mi guardo intorno: vicino a me una famiglia italiana padre-madre-figlio adolescente
Poco più giù due carabinieri piantonano l’ingresso laterale del Senato (ci sono entrata, una volta, questo mi viene in mente)
Continuo a respirare a fondo, bevo un sorso d’acqua ma non passa: le stelline sono viola adesso, e richiudo gli occhi anche se mi accorgo che è peggio, che mi gira la testa se lo faccio.
Allora li riapro e fisso un punto di fronte a me e ogni tanto butto un’occhiata alla famiglia: devo chiedere aiuto a qualcuno, se non mi passa.
Mi concentro su quanto mi ricordo della piazza lì vicina: non c’è né un bar né una farmacia.
Apro una bustina di zucchero che ho sempre con me e provo con quella.
Continuo a sudare anche se fa molto fresco o almeno mi sembra.
Non passa.
Provo a sollevare le gambe incrociandole sul muretto.
Respiro a fondo.
Inizio a pensare che prima di svenire dovrei chiedere aiuto.
Per fortuna mantengo la calma.
Poi piano piano inizia a passare, lentamente, scompaiono le stelline anche se la testa è ancora troppo leggera per potermi alzare.
La famiglia di fianco a me si alza e se ne va
I Carabinieri non ci sono più (probabilmente il Senato ha chiuso.)
Adesso sento gli arti meno pesanti e mi alzo in piedi.
Sì va meglio.
Aspetto ancora un pochino e mi avvio: raggiungo un baretto più avanti (oltre la piazza, che avevo ragione, lì non ce n’erano) e bevo una coca cola, unico rimedio per quando ho questo tipo di problema.
Perché non è la prima volta che mi capita, per fortuna ho imparato ad affrontarlo, dopo la prima volta che sono svenuta battendo la testa dentro la doccia della piscina comunale (avevo tutti i sintomi ma essendo la prima volta non li ho saputi riconoscere)
Fa caldo ma adesso sto bene…finisco il mio giro, raggiungo la stazione e anche oggi l’ho sfangata
(3 giugno 2022)