Archive for marzo, 2023


Diciannove di Trentuno

Stasera mi ero dimenticata

Giornata frenetica e mi pare di aver capito che mi ci devo abituare : non so se è una mia sensazione o cosa ma prima della pandemia non ricordo di avere così tanto da fare.

Di sicuro c’è che i miei sono ovviamente invecchiati e tante incombenze che prima sbrigavano da soli adesso ricadono si di me ma in fondo non così tanto. Eppure non c’è un giorno che esco dal lavoro e riesco a tornare a casa senza aver fatto un giro o una commissione.

Stasera tira un sacco di vento, per la settimana prossima hanno messo un abbassamento repentino di temperatura. Ma va bene così che non devo andare da nessuna parte anche se vorrei tanto.

Diciotto di Trentuno

Non so perchè ma ultimamente mi tornano in mente episodi di quando ero piccola.

Ma piccola sul serio, tipo cinque sei anni…. di sicuro c’entrano queste perdite recenti, mi tornano in mente queste cose lontane un po’ scolorite.

Ho passato mezz’ora con mia sorella che mi ha rimesso in piedi la giornata che io sul serio della gente che fa finta di ascoltarmi e che ha dodici anni pur avendo superato i quaranta non ne posso più.

Così come non sopporto più le persone che ti incontrano e dicono ” dai uno di questi giorni ti chiamo e ci facciamo un aperitivo”

Io non ho mai detto niente di simile a nessuno che mi conosco, ho mille impicci che a malapena riesco ad incastrare e quando li ho incastrati il mio tempo lo passo con chi vale la pena. Perchè continuano a dirlo quando anche loro sanno benissimo che non lo faranno mai?

Boh, anche stasera ho finito per lamentarmi anche se la giornata è stata buona, prima o poi la smetto.

Diciassette di Trentuno

Dovrei tatuarmelo anche se lo so benissimo “vai in palestra anche se non hai voglia che poi stai decisamente meglio”.

E stasera è stato così: nessuna voglia di andare che se solo ci avessi pensato due minuti di più avrei rinunciato. E invece vado, parlotto, sudo, mi maledico più volte che non ci sto con la testa e per dieci minuti buoni non becco un esercizio che sia uno. Ma tra una risata e un’ostinazione decisiva alla fine riesco.

E riesco anche a rilassarmi, a lasciarmi alle spalle l’ennesima giornata passata a barcamenarmi tra impegni casalinghi e lavorativi, dribblo un problema, faccio la spesa all’ora di pranzo, sistemo tutto prima di entrare in palestra compreso l’ordine per la carne per il pranzo di Pasqua.

Che alla fine è anche questa mia maledetta mania del controllo, questo non riuscire a demandare niente, questo “ci penso io” che mi ha sempre fregato.

E mentre tornavo a caso ridevo tra ne e me : quand’è che sono diventata così anziana da provare piacere nel comprare tisane e carciofi al mercato?

Sedici di Trentuno

Ieri sera a un certo punto è iniziato a piovere forte e s’è pure scatenato un temporale con tanto di lampi e tuoni.

Stamattina la temperatura era bella fresca anzi era veramente freddo che le cime dei monti che vedo dalla finestra erano bianche.

Fatto sta che caldo e freddo e ora legale e cazzi e mazzi oggi non c’ho capito granché ma alla fine ho preso una decisione di pancia speriamo vada bene che “nè di venere nè di marte” ma se aspettavo poi chissà come finiva per cui ok, per una volta senza pensare troppo e senza stare tanto a pianificare.

Che non è da me ma devo imparare a fare così che alla fine puoi pianificare fin che vuoi ma se le cose si vogliono mettere di traverso ci si mettono e basta.

Ho passato un’oretta con Emma e Nina (e mia cognata) in biblioteca prima e a casa loro poi. Così, che un piccolo break fa bene e loro mi aprono il cuore. Prima o poi scrivo qualcosa sui miei nipoti anche se da Facebook si capisce bene che li adoro anche se ne scrivo poco ma una specie di riassunto ci vuole.

Ieri sera mettendomi a dormire ridevo : per addormentarmi ascolto un podcast che si chiama True Crime. Parla di omicidi e scomparse ma la voce del narratore mi rilassa molto. Prima o poi dovrò parlare sul serio con uno bravo.

Quindici di Trentuno

Insomma.. rileggendo un po’ quello che ho scritto finora esce una me piagnucolosa e malmostosa che non mi piace.

E non è che sia proprio così, è che questo angolo di sfogatoio mi piace. Che io sono stata sempre dell’idea che se sei giù alla gente che incroci tutti i giorni frega poco per cui cerco sempre di essere positiva. Non fingo,faccio solo del mio meglio per sorridere ed essere gentile con chi non si merita i miei malumori.

Mi piacerebbe che anche gli altri facessero così ma sembra sia chiedere troppo.

Come stasera in palestra : io ultimamente non sono propriamente come quei personaggi usciti da una festa o sotto cocaina ma faccio del mio meglio per non essere musona come preferirei essere.

Una che non ho mai visto mi attacca un pippone sul fatto che la lezione che stavamo per fare a lei non piace, che era meglio così e cosà, che lei è da prima della pandemia che non viene ma prima della pandemia si faceva diversamente e una marea di bla bla bla.

Io sorrido e annuisco mentre mi allaccio le scarpe. Fino a che lei non fa “eh ma se siamo tutte d’accordo possiamo dirle (alla trainer) se può fare diversamente”

Conto fino a dieci e rispondo – anche troppo gentilmente – che a me così piace e che se vuole può parlarci lei con la trainer e vedere che dice. E questa continuava coi bla bla bla per cui sono uscita dallo spogliatoio e l’ho lasciata lì

Che io ho quell’ora di sfogo in cui se voglio parlare parlo, se voglio fissare il muro davanti a me lo faccio, mi concentro sugli esercizi e sudo e fatico e torno a casa contenta

Che magari sono io, lo riconosco, che ultimamente mi danno noia un sacco di cose riconosco anche questo, ho un equilibrio che un ubriaco bendato sa fare meglio di me e lo so.

Ma venirmi a rompere l’anima solo perchè provo ad essere gentile anche se non mi va non lo trovo giusto. Che prima o poi mi scappa un ruggito e le cose tornano a posto.

Quattordici di Trentuno

Stasera stavo per dimenticarmi.

Stamattina sono uscita a fare un giro e mi sono trovata a fare colazione a casa di Emma e Nina : grandi sorrisi e racconti di come è andata la settimana. Un caffè e un biscotto, due chiacchiere e si fanno le undici.

Passo in piazza a prendere le uova dell’AIL e nel frattempo il meteo era cambiato da soleggiato e tiepido a coperto e ventoso.

Nel pomeriggio ho fatto i ravioli con mamma, maneggiare la pasta e vederne uscire qualcosa di buono ha sempre un non so che di magia.

Anche adesso il vento sta tirando forte, fastidioso come non mai. Sto facendo i conti con un’irritabilità sempre in agguato, mi danno fastidio cose sciocche, non c’è niente che non vada eppure…

So che è il cambio di stagione a darmi noia, so che sto pagando un periodo di stanchezza mentale, so che è solo questione di aggiustare il tiro.

Eppure…

Intanto per la prossima settimana mi sono creata due nicchie di serenità, un paio di cose piacevoli da fare.

So che pretendo sempre tanto da me stessa e so che mi impongo fin troppo, che manderei a fanculo un paio di situazioni dalle quali sto cercando di sgusciare fuori.Forse è solo questione di tempi o forse è solo questione di lasciarsi scivolare addosso tutto quello che non è importante. A riuscirci.

Tredici di Trentuno

Domande che non credo avranno risposta

Perchè gli adolescenti vanno in giro in gruppi non più piccoli di quindici persone?

Si vedono queste frotte in giro di gruppi misti, dai tredici ai diciassette anni più o meno, tutti insieme. Mi fa molto strano che io alla loto età quando uscivamo se eravamo tre o quattro già eravamo tanti. Era l’era glaciale, lo so, ma anche Alice mi conferma che faceva lo stesso.

Cosa li spinge a stare in così tanti? E soprattutto succede ovunque o solo qui?

Altra domanda : Billina inizia ad avere 15 anni che so essere molti per un gatto. Ha diversi problemini tra cui un soffio al cuore e ipertiroidismo. La stiamo curando ma è diventata magra magra. Però la domanda è : perchè ha iniziato a comportarsi come un gattino giovane? Nel senso che è diventata iperaffettuosa quando prima dopo due carezze scappava via. Adesso sta sempre appiccicata e fa le fusa ( cosa nuova per lei)

Ma soprattutto ruba il cibo, nel senso che qualsiasi briciola o pezzetto di cibo che trova in giro lo divora

Mai fatto.

Comunque, a parte le scemenze di cui sopra che potevo evitarmi, ho passato uno di quei sabati che piacciono a me, a fare giri, parlottare e ad avete la testa vuota.

Anche se non del tutto che un tarlo piccolo piccolo c’è sempre. Forse è colpa del vento o forse è colpa mia che non riesco mai a rilassarmi completamente.

Dodici di Trentuno

Alla fine il venerdì termina con me che bevo una camomilla e mi vedo l’ennesima serie tv abbastanza adrenalinica da annullare l’effetto della stessa.

Fortuna la giornata è stata buona : palestra in pausa pranzo, panino mangiato in poco più di venti minuti seduta al parco ascoltando il podcast di Elisa True Crime è stato in fondo molto piacevole.

La palestra mi riesce bene a quell’ora e il momento pranzo/parco è rilassante.

Uscita dal lavoro ho fatto un salto dal fioraio e nel mentre ci arrivavo ho comprato un paio di sneakers comode. E rosa. Perchè in fondo magari non è un colore da signorina avanti con gli anni ma chissenefrega, a me piacevano un sacco,una specie di colpo di fulmine.

Diciamo che l’umore è in risalita ma sempre ballerino, (considerando due lutti in una settimana potrei anche dire che va oltre le aspettative) la stanchezza è un po’ passata anche se so che il cambio di stagione picchiare duro anche stavolta.

E permettetemi di dire una cosa che so essere impopolare ma chissenefrega un’altra volta : io non sono pronta per la primavera.

Undici di Trentuno

Che alla fine ti svegli e dici ok, fuori c’è il sole, metti qualcosa di carino e muovi il culo che la primavera inizia a far capolino.

Alla fine qualcosa di carino erano i vestiti che più o meno indossavo ieri ma con una collanina e un foulard più leggero e colorato.

Che mi attacco alle cose che dicono quei miei nipoti cuccioli, che cadono dentini, che si scelgono uova di Pasqua, che si colorano disegni stampati dal computer e scelti tra mille, che si fanno sorrisi e risate che rincuorano, che si sistemano fasce colorate su capelli indisciplinati, che si osservano occhi luccicanti davanti a una tazzina di fragole.

Mi attacco anche alle foto che manda Alice da Barcellona, sole e cielo di un azzurro da invidia.

Alla fine quelle tre parole magiche – si va avanti – sono quelle che ti consolano, pianifichi un minimo il da farsi domani e si pensa a quello che vorresti non appena il bello sarà stabile.

Oltre a scrivere un post al giorno per almeno un mese mi sono imposta un altro obiettivo: leggere almeno venti pagine al giorno.

Che sono poche, lo so, ma meglio di niente.

A piccoli passi, sempre.

Dieci di Trentuno

Come ci si poteva aspettare la giornata è stata lunga ed emotivamente impegnativa.

Ma alla fine ho avuto modo di essere vicina a persone alle quali voglio bene e parlare con loro ricordando chi non c’è più con affetto e sorridendo di quello che abbiamo la fortuna di aver vissuto insieme.

Perchè alla fine sono arrivata alla conclusione che quello che lasciamo è l’idea che siamo riusciti a dare di noi con azioni e pensieri. Ecco perché credo nella gentilezza, ed ecco perchè provo ad essere sempre positiva.

E domani è un altro giorno