Archive for ottobre, 2022


Domenica

La domenica ultimamente la passo come una quindicenne bizzosa.

Mi alzo con mille propositi, li mando tutti all’aria, mi pento mille volte di quello che potevo fare e non ho fatto.

Proprio con lo stesso identico scazzo degli adolescenti.

Se non altro ieri è stata abbastanza proficua visto che ho finito di sistemare gli armadi : ho un numero scandaloso di pantaloni, ma veramente imbarazzante, e ne ho comprati due paia anche il mese scorso, per dire.

Per ora mi limito a guardarli e a cercare di metterli tutti, a turno, ma sinceramente questa è una cosa che non ho ancora confessato a nessuno e terrò per me.

Ma da ora in poi basta acquistare a capriccio.

L’esperienza con il nuovo parrucchiere è stata molto gratificante : che alla fine ogni tanto un cambiamento va fatto, vedi le cose in una prospettiva nuova, non so se migliore ma per adesso l’esperienza è stata positiva per cui vado avanti. Che io non amo particolarmente i cambiamenti, quando si presentano all’improvviso, anche se alla lunga sono tra quelle che poi si organizzano e le affrontano al meglio senza lamenti.

Per il resto ho sempre le giornate piene senza capire come mai, tra lavoro, palestra e giri da fare quando ho tempo libero.

Che poi anche qui non so come interpretare la cosa, in fondo un po’ mi piace e un po’ mi esaurisce.

Sarà così l’essere anziani? avere i malumori degli adolescenti con i dolori articolari?

#Schegge n.2#

Un misto di pigrizia e voglia di fare.

Ma prevale la prima.

In certi giorni pagherei per restarmene a casa a fare niente : poi passa, per carità, ma c’è sempre questo pensiero in agguato.

Camminerei di più ma mi stufo presto. Stufo, non stanco, che è diverso. Mi prende una specie di insofferenza, non vedo l’ora di arrivare dove devo, mi impongo i percorsi più brevi e alla fine cammino meno di quanto vorrei. Non aiuta questa umidità persistente ma alla fine devo solo “incolpare” me stessa.

Sto facendo cambiamenti : oltre a quello obbligato della palestra (visto che quella dove andavo di solito ha chiuso) ho deciso di cambiare parrucchiere che per me è come affrontare un divorzio.

Quello dove vado da almeno dieci anni è bravissimo e in fondo sia lui che le ragazze che lavorano da lui sono diventati come di famiglia ma io detesto quando devo fare sempre compromessi per poter sistemare i capelli : ogni volta che devo prendere un appuntamento il giorno che scelgo non va bene così come l’orario.

Saranno quattro o cinque volte che devo “adeguarmi” senza considerare che se poi un giorno ho voglia di farmi una piega per qualsiasi motivo non posso mai che non c’è posto per cui ok, ho preso la decisione e domani vado a sentire un altro salone e vediamo.

Poi racconto tutto insieme, della palestra (dove in fondo mi sto trovando bene) e del nuovo parrucchiere.

Piccole cose, piccole piccole, ma per una abitudinaria come me sono pezzi di vita intensa

Melassa

In questi giorni ho un po’ la sensazione di essere come una mosca con le zampette sporche di melassa : se ne sollevo una le altre si appiccicano di più, in un continuus inesorabile.

Sono tre giorni che apro e chiudo la pagina del blog, come una specie di prova e riprova di un qualcosa che so di saper fare ma che non mi decido ad affrontare.

Vediamo di fare una specie di riassunto : ho smesso di scrivere quando ho preso il Covid, cosa assurda visto il tempo infinito che ho avuto a disposizione in quelle due settimane.

Ma ero come risucchiata in una bolla di stanchezza e di azzeramento mentale dove l’unica cosa che sono riuscita a fare è stata dormire, vedere tutta la serie Peaky Blinders che era lì in attesa da troppo, leggere qualcosa (poco) e fare parole crociate facilitate.

Una specie di ottantenne rimbambita (con rispetto per gli ottantenni che – vista mia mamma – hanno molta più energia e lucidità di me in quei giorni)

Sono anche stata “fortunata” ad ammalarmi contemporaneamente a mia sorella e mio cognato così da potermi trasferire da loro e non passare tutti i dieci giorni isolata in camera mia, potendo così usufruire di una terrazza tanto che guardare il cielo era diventata la mia attività principale.

La ripresa è stata difficile, lo ammetto, che l’immobilità l’ho pagata con una pesantezza di gambe e di testa che c’ho messo una decina di giorni a guarire del tutto.

Del caldo non parlo che le notti a snocciolare parolacce ve le risparmio.

Poi ci sono state le vacanze, ovvero le ferie che io chiamo vacanze anche se resto a casa.

Che lo staccare dagli obblighi di orario per me è uno di quei lussi che non è comparabile con nessun altro.

In ogni caso la settimana passata al lago di Molveno è stata ritemprante, ho camminato tanto, ho riso, mangiato, pensato e soprattutto mi sono riposata come dicevo io, con negli occhi la bellezza della natura e la compagnia di chi voglio bene.

Nel mezzo a questi mesi di silenzio un sacco di altre cose, il cambio di colore dei capelli (adesso sul viola), il ginocchio che dà fastidio e che ho imparato ad ascoltare in attesa della visita dell’ortopedico la settimana prossima, la palestra nuova (della quale parlerò di sicuro), certe ansie e certe serenità e consapevolezze crescenti sul fatto che io ho a cuore pochissime persone ma queste sono davvero da tenere strette.

E una crescente me inquieta con una voglia di un viaggio da programmare ma che per adesso non riesco a vedere chiaramente per cui lascio lì a decantare.

Come al solito staremo a vedere